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Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 6

Nel refettorio, mensa dei frati, si vede sulla parete di fondo un’opera divisa in tre parti, come se fosse un polittico. Tuttavia, nel Medioevo, si realizzavano polittici che riunivano le tavole tutte in un’unica struttura e le cui cornici terminavano con delle cuspidi: un esempio calzante può essere il polittico dell' Annunciazione realizzato da Simone Martini nel 1333. C’è, dunque, un problema di forma nella serie: le cornici sono, infatti, staccate una dall'altra e non ci sono le cuspidi. Simone Martini e Filippo Lemmi, Annunciazione , 1333, Firenze, Galleria degli Uffizi,  Sulla parete di fronte è, poi, presente una Madonna col bambino, chiaramente ripresa dalla Madonna dell’umiltà di Bartolomeo da Camogli, un dipinto a tempera su tavola databile al 1346, di piccole dimensioni e che si trova attualmente a Palermo. L’errore, in questo caso, sarebbe dato dal fatto che gli autori della serie hanno preso quello che in realtà è un piccolo dipinto, comunque successiv
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Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 5

Siamo ora arrivati al momento tanto atteso della disputa teologica che vede i francescani confrontarsi con i legati pontifici. Ci troviamo nella sala capitolare, la quale è caratterizzata da un ciclo di affreschi davvero inusuale, che ha per soggetto le Storie della Maddalena. Questi affreschi sono ripresi da quelli realizzati nella Cappella Rinuccini in Santa Croce a Firenze da Giovanni da Milano nel 1365, quindi diversi anni dopo il momento in cui si svolge la vicenda narrata. Inoltre, essi sono stati distribuiti senza rispettare la sequenza originale e, dunque, in modo insensato. Giovanni da Milano, Storie della Maddalena , 1365,  Firenze,  Chiesa di S. Croce, Cappella Rinuccini 

Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 4

L’abbazia in cui si svolge la maggior parte delle scene ha una facciata che attira l’attenzione: vediamo, anzitutto, una moltitudine di arcate che si susseguono e una statua, al centro, incastonata tra di esse a un’altezza improbabile per quel periodo. Focalizzandoci poi sull’entrata, è possibile notare una lunetta posta sopra la porta con un’iconografia insolita: protagonista della rappresentazione è, infatti, una sirena a doppia coda. Si tratta di una raffigurazione alquanto rara poiché, solitamente,  nella lunetta del principale portale di ingresso di una chiesa venivano raffigurate immagini relative a Cristo, alla Vergine o al Santo a cui la chiesa era dedicata. Inoltre, nelle chiese romaniche, la sirena bicaudata si trova solitamente raffigurata sui capitelli e non nelle lunette. Si tratta, infatti, di un simbolo o di peccato o di fertilità e ciò rende ancora più insolito il fatto che, nella serie, essa si trovi all'ingresso della chiesa presente nel monastero.

Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 3

In una delle tante scene ambientate nello  scriptorium , luogo dove i monaci svolgevano un lavoro di copiatura di testi e dove studiavano, Adso si imbatte in due miniature che raffigurano una donna e un uomo.  Sono chiaramente due immagini di invenzione, riconducibili più alla mano di un disegnatore moderno che a quella di un artista dell’epoca. Per quanto riguarda la donna, il modo in cui è vestita suggerisce che sia una dama di fine Quattrocento o, addirittura, dei primi anni del Cinquecento: infatti, l'abito con lo scollo quadrato e il cordino che le orna la fronte si ritrovano nei ritratti di Elisabetta Gonzaga, dipinta da Raffaello nel 1504, e in quello della Belle Ferronnière, dipinta da Leonardo nel 1490-1495 circa. Oltre a ciò, anche la posa frontale, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, non è mai presente nel Trecento, quando le persone venivano sempre ritratte di profilo. Infine, anche la posa dell’uomo è alquanto insolita poiché quella a tre quarti è stata int

Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 2

Un altro errore che salta all'occhio, in questa serie tv, è un disegno preparatorio per delle vetrate. Ci troviamo nel momento in cui Guglielmo da Baskerville, dopo aver perso i suoi occhiali, si dispera e si reca dal mastro vetraio per farsene realizzare un paio di nuovi. Adso adocchia qui il disegno preparatorio per alcune vetrate, dove si notano due angeli posti uno accanto all’altro, cosa di per sé impossibile perché cronologicamente sono molto lontani tra di loro: uno è, infatti, risalente alla prima metà del Quattrocento e l’altro alla metà del Novecento, in stile prettamente neo-rinascimentale. Entrambe le opere sono realmente esistenti: nell'angelo raffigurato sulla sinistra ritroviamo l’ Angelo Annunziante di Sano di Pietro, mentre l'angelo raffigurato sulla destra compare nella vetrata di una chiesa americana (Our Lady of Hope Catholic Church, Potomac Falls VA). Nessuno dei due angeli è, quindi, cronologicamente coerente con il periodo storico in cui è ambient

Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 1

Nella serie tv  Il nome della rosa , in onda su Rai 1,  da studenti di beni culturali quali siamo, abbiamo notato degli errori storico-artistici. Partiamo dal primo errore artistico che si vede spesso durante tutta la serie tv, ossia una statua raffigurante la Madonna. Essa  viene usata per parlare del potere conturbante delle immagini. Infatti, spesso viene coperta dall’Abate perché vederla gli fa provare emozioni troppo forti. È che nel vero Medioevo, soprattutto all'interno degli ordini monastici, veniva affrontato il problema della legittimità delle immagini. Purtroppo, però, questa scultura non è gotica: quindi, non riferibile al 1327 e neanche a un periodo anteriore a questa data. Molto difficile è anche capire cosa sia questa statua dal punto di vista del soggetto: forse una Madonna dolente situata sotto una Crocifissione. È strano, inoltre, anche il fatto che si trovi a terra: nel Medioevo, infatti, le statue erano collocate sopra un piedistallo o,