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Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 4


L’abbazia in cui si svolge la maggior parte delle scene ha una facciata che attira l’attenzione: vediamo, anzitutto, una moltitudine di arcate che si susseguono e una statua, al centro, incastonata tra di esse a un’altezza improbabile per quel periodo.
Focalizzandoci poi sull’entrata, è possibile notare una lunetta posta sopra la porta con un’iconografia insolita: protagonista della rappresentazione è, infatti, una sirena a doppia coda. Si tratta di una raffigurazione alquanto rara poiché, solitamente,  nella lunetta del principale portale di ingresso di una chiesa venivano raffigurate immagini relative a Cristo, alla Vergine o al Santo a cui la chiesa era dedicata. Inoltre, nelle chiese romaniche, la sirena bicaudata si trova solitamente raffigurata sui capitelli e non nelle lunette.

Si tratta, infatti, di un simbolo o di peccato o di fertilità e ciò rende ancora più insolito il fatto che, nella serie, essa si trovi all'ingresso della chiesa presente nel monastero.

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Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 5

Siamo ora arrivati al momento tanto atteso della disputa teologica che vede i francescani confrontarsi con i legati pontifici. Ci troviamo nella sala capitolare, la quale è caratterizzata da un ciclo di affreschi davvero inusuale, che ha per soggetto le Storie della Maddalena. Questi affreschi sono ripresi da quelli realizzati nella Cappella Rinuccini in Santa Croce a Firenze da Giovanni da Milano nel 1365, quindi diversi anni dopo il momento in cui si svolge la vicenda narrata. Inoltre, essi sono stati distribuiti senza rispettare la sequenza originale e, dunque, in modo insensato. Giovanni da Milano, Storie della Maddalena , 1365,  Firenze,  Chiesa di S. Croce, Cappella Rinuccini 

Pillole di storia dell'arte dalla serie tv "Il nome della rosa" - PUNTATA 3

In una delle tante scene ambientate nello  scriptorium , luogo dove i monaci svolgevano un lavoro di copiatura di testi e dove studiavano, Adso si imbatte in due miniature che raffigurano una donna e un uomo.  Sono chiaramente due immagini di invenzione, riconducibili più alla mano di un disegnatore moderno che a quella di un artista dell’epoca. Per quanto riguarda la donna, il modo in cui è vestita suggerisce che sia una dama di fine Quattrocento o, addirittura, dei primi anni del Cinquecento: infatti, l'abito con lo scollo quadrato e il cordino che le orna la fronte si ritrovano nei ritratti di Elisabetta Gonzaga, dipinta da Raffaello nel 1504, e in quello della Belle Ferronnière, dipinta da Leonardo nel 1490-1495 circa. Oltre a ciò, anche la posa frontale, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, non è mai presente nel Trecento, quando le persone venivano sempre ritratte di profilo. Infine, anche la posa dell’uomo è alquanto insolita poiché quella a tre quarti è stata int